INTERVISTA A REPUBBLICA DEL 24 OTTOBRE
Branca, cosa c’è in ballo con questo voto regionale?
Quella che la Liguria sarà chiamata a fare, il 27 e 28 di questo mese è una decisione tra due visioni della nostra società, tra due modi diversi di intendere la collettività e il nostro futuro di liguri. C’è una coalizione, la nostra, che crede nella sua regione e nelle potenzialità del proprio territorio, nella tenacia della sua gente, che ha desiderio di futuro e chiede di poter avere la possibilità di crescere: economicamente, demograficamente, culturalmente. Dall’altro lato abbiamo un governo che ha agito nell’interesse del privato, che ha ferito il nostro territorio limitando le libertà dei suoi cittadini, che non ha voluto guardare a progetti che valorizzassero i nostri punti di forza e risanassero le criticità. Le precedenti amministrazioni di centro-destra hanno adottato una linea di governo che ha accresciuto il divario con il Nord, limitando la regione e compromettendola su più fronti, dalla sanità ai trasporti, dall’ambiente al lavoro, fino alle infrastrutture e alle aree interne.
Come si giudica la campagna elettorale dalla prospettiva di un capoluogo di provincia come Savona? Pensa il dibattito sia stato troppo genovacentrico?
La nostra è una provincia viva ed eterogenea, con necessità incalzanti e uno spirito collettivo forte. Il nostro territorio si estende dalle montagne al mare, è variegato, ha necessità diversificate a seconda della zona di riferimento e questioni comuni che chiedono risposte e progetti concreti: gli abitanti di Savona e provincia tengono al loro presente e al loro futuro, e hanno dimostrato di credere in un cambiamento possibile. Le precedenti amministrazioni di Toti hanno trascurato il resto del territorio per concentrarsi su Genova, ma la risposta durante questa campagna elettorale è stata pronta: il resto della Liguria ha presentato le sue richieste e si è mosso perché il cambiamento sia possibile. Lo stesso candidato alla presidenza Andrea Orlando ha visitato più volte piccole città, borghi e zone dell’entroterra ligure per dimostrare che l’interesse della nostra coalizione è rivolto alla Liguria tutta, senza esclusioni.
Cosa pensa chiedano i savonesi al futuro governatore della regione?
Come detto prima, i savonesi tutti, dalla città alla provincia, sono caratterizzati da un forte senso di appartenenza al territorio e da un forte senso collettivo. Le nostre cittadine, i nostri cittadini, chiedono risposte alla Regione: dalla battaglia per il rigassificatore alla presa in carico delle istanze dell’entroterra e dei comuni abbandonati, dalla riprogrammazione del territorio dalle infrastrutture alle abitazioni, alla riformulazione e programmazione di un sistema sanitario valido ed efficace all’estensione e riconoscimento dei diritti a tutti, senza discriminazioni.
La manovra annunciata dal governo taglia i contributi ai comuni, come rimediare e cosa dice di questo centrodestra?
Per l’area savonese e la Valbormida è necessario pensare a una soggettività delle amministrazioni locali, che sia capace di porsi strutturalmente in una dimensione necessariamente comprensoriale, sia sul terreno dell’elaborazione strategica, sia rispetto alla difesa dell’esistente affiancando sindacati e corpi intermedi fondamentali come i soggetti del Terzo Settore.
La sua candidatura è anche un’occasione per far crescere Avs in liguria dopo i numeri delle europee. Una responsabilità in più?
Credo che avremo un ottimo risultato nella nostra Regione perché abbiamo un programma concreto e credibile su tutti i temi che ci affliggono, a cominciare dall’inversione di rotta per tornare ad affermare il diritto alla salute come universale attraverso gli investimenti sui servizi pubblico socio-sanitari, alle proposte sulle infrastrutture che siano compatibili rispetto ai bisogni delle persone, al sostentamento dell’occupazione, agli investimenti per il nostro prezioso entroterra e agli incentivi per i giovani, al potenziamento della formazione mirata rispetto alle esigenze del territorio e naturalmente un’attenzione particolare per la dispersione scolastica, la qualità dell’istruzione e i finanziamenti per l’edilizia scolastica.

